Metro Moebius è un progetto al quale Angelo Miotto e io teniamo moltissimo: frutto di viaggi quotidiani nella metropolitana di Milano, di empatie e antipatie tra sconosciuti incrociati sui vagoni o sulle banchine, di riflessioni ad alta voce e di introspezioni silenziose, di tempi sospesi e di appuntamenti frenetici.
Il tutto si è spontaneamente formato e trasformato grazie a un’amicizia che ha fatto confluire sensazioni comuni in testi, parole, suoni e immagini.
Metro Moebius è stato in mostra, in un libro, in una radio e adesso diventa un podcast.
Non ringrazieremo mai abbastanza il maestro Elio De Capitani per la sua interpretazione indimenticabile, la potete ascoltare e riascoltare su Spotify cliccando qui: sette puntate, una per ogni giorno della settimana, alla ricerca di un appuntamento e di una voce, immersi nella quotidianità della metropoli.
“Dio che voce, la sua voce”.
Moebius si innamora sui vagoni della linea rossa di Milano.
È lei, la voce della metropolitana: è lei il suo destino?
Moebius ha un appuntamento. Con la donna della voce del metrò. La cerca nei vagoni, avanti e indietro sulle linee sottoterra. Le porte sbuffano, l’umanità che viaggia si scruta ogni tanto, fra una cuffia e uno smartphone. Secondo giorno del nostro viaggiatore innamorato.
“Maledetto Trolley, maledetto chi ti ha inventato, maledetto chi ha pensato a una cosa che si trascina e non si spinge, maledetto il vagone che è pieno di questi affari che seguono le gambe di chi guarda a testa in su per capire dove uscire.” Moebius viaggia, terzo giorno alla ricerca della voce della metro. Perché lui ha un appuntamento …
“Ecco, questo tipo è davvero interessante. È a metà fra un istrice e un cinghiale, anzi un cinghialotto, perché non è che svetti proprio. Gli occhi vicini, piccoli e scuri. Mi becca al primo colpo e la sua mimica è già sul ‘cazzo vuoi?'”. Moebius continua il suo viaggio sottoterra alla ricerca della sua amata. La troverà?
“Adesso ho sonno, non vorrei ma mi appisolo e sento solo le voci lontane, come se fossero ovattate. Non sono voci sono monosillabi al telefono. Sì sto per arrivare. Sì ti aspetto al parcheggio. Ho la bici, non ti preoccupare.” Si avvicina la fine del viaggio e anche la voce che ha stregato Moebius.
“Perchè io ho un appuntamento e quando ci penso mi viene uno strano sorriso sulle labbra. E quando mi giro vedo una signora, quasi una nonna, che ricambia immediatamente quel sorriso pensando a un po’ di umanità in questo tubo metropolitano che scorre sottoterra”. Siamo alla vigilia del finale.
“Com’è andata a finire, amore mio, è difficile da ricordare. Mi sono voltato un giorno e al posto di quella faccia da rinoceronte bitorzoluto, salito alla stazione precedente, c’eri tu. L’ho sentito con il naso, prima, e poi ti ho visto”. E poi?
MetroMoebius è un podcast scritto, diretto e montato da Angelo Miotto.
La voce recitante è di Elio De Capitani.
Foto e progetto multimediale di e con Leonardo Brogioni.
Il libro MetroMoebius è disponibile qui, sul sito della casa editrice Milieu